Da "PLUS 4" – Sonny Rollins -

 

 Lentamente, ma senza dubbio, Sonny Rollins ha ricevuto parte del riconoscimento che gli è dovuto. Le sue registrazioni, le sue esibizioni come membro del gruppo di Max Roach e Clifford Brown e, probabilmente cosa più importante, l’influenza su un enorme numero di tenorsassofonisti, hanno tutte contribuito alla considerazione di cui gode.

Tutti i musicisti hanno riconosciuto Sonny come la nuova importante voce del jazz; uno che non solo sa cantare, ma che è anche capace di penetrare gli accordi e di allungarsi su di essi.

Quando leggevo critici che tessevano le lodi di giovani tenorsassofonisti che, sebbene fossero dotati di swing non mettevano forza se non in qualche serie di accordi, e che sfioravano appena la superficie della melodia scegliendo la parte meno stimolante degli accordi stessi, rimanevo perplesso e meravigliato. Ciò che più mi irrita, non è l’ostilità nei confronti di Sonny o l’elogio di musicisti di minor talento, ma l’ignoranza sui tenorsassofonisti. Quando c’erano solo le influenze di Hawkins, Young, Berry, quasi certamente il lavoro dei critici era più semplice. Oggigiorno i tenorsassofonisti sono il risultato di molteplici influenze, per cui i diversi stili sembrano ingannare l’orecchio dei critici. Dev’essere stato Bird a confonderli. Essi lo riconoscerebbero, altrimenti se così non fosse, sarebbero ridicoli, ma se non sono in grado di apprezzare Sonny significa che non sono mai stati in grado di capire il feeling della musica di Bird. Non dico questo per sostenere che Sonny abbia raggiunto la statura di Bird, ma è certo che egli abbia recepito il suo messaggio e che abbia afferrato l’essenza della sua musica. Ma torniamo ai critici. Uno di loro ha catalogato lo stile di Sonny come "Hard Bop", definizione non completamente inesatta, ma vantaggiosa, ma fuori luogo, non tanto per il fatto di essere una catalogazione, quanto per il modo in cui questo critico liquida chiunque suoni come uno Stittian, molto inferiore a Sonny, che fraseggia in una comoda nicchia che si è costruito con un kit "fai da te".

Nella tabella che segue ho cercato di chiarire gli stili di alcuni fra i tenorsassofonisti contemporanei che appartengono a questo gruppo; quelli che vi appartengono direttamente ed altri che hanno una posizione più marginale. Un’esposizione dettagliata potrebbe tranquillamente richiedere il capitolo di un libro, e qui manca lo spazio, ma ci sono delle osservazioni interessanti da fare. Ad esempio Dexter Gordon, che quando suonava negli anni Quaranta fu uno dei primi musicisti ad influenzare John Coltrane, è ora orientato dalla stessa persona che recentemente ha rappresentato un importante fattore d’ispirazione nella musica di Coltrane, e cioè Sonny Rollins. Mi piacerebbe continuare con i discepoli d’oggi come Sims e Cohn, o con i loro fratelli minori (Perkins, Kamuca), ma ancora, lo spazio che ho a disposizione non me lo consente.

Grazie alla cortese concessione della EmArcy, in questo disco appaiono Clifford Brown e Max Roach, otre ai due musicisti della band di Brown e Roach, Richie Powell e George Morrow.

Valse Hot, brano scritto da Sonny, è il primo jazz waltz di successo dopo Carolina Moon interpretato da Thelonius Monk dove, per inciso, Max suonava la batteria. Prima della melodia principale, c’è un interludio introduttivo, che viene ripreso prima di ogni assolo. Sonny e Brownie swingano con dolcezza a turno sulla base, Richie esegue il terzo assolo e Max fa ballare tutti con il suo.

Sam Coslow, che ci ha regalato la sua My Old Flame, una tra le più belle canzoni, ha composto Kiss And Run. Nella versione di Sonny c’è più "corsa" che baci. Lui e Brownie sono veloci, ma non fugaci; questi due musicisti sono il perfetto esempio di quanto sia ancora viva la tradizione di Parker e Gillespie, quando è suonata al meglio. Richie Powell fornisce qui una prova dell’influenza esercitata dal fratello Bud, pur mantenendo la propria personalità. Dopo il suo assolo, Sonny, Max e Brownie "dialogano" su un ritornello, e poi Sonny e Brownie lo prolungano.

Tutti si succedono senza sosta in I Feel A Song Coming On. Max, che dimostra di essere un solista mai monotono, sostiene fantasticamente il ritmo dando il meglio di se.

Sonny interpreta Count Your Blessing con forza media, e non come se stesse suonando una ballad; l’aiuta l’interludio di Richie Powell.

Il brano più seducente, è Pent-Up House, scritto da Rollins, in cui Brownie e Sonny suonano una filastrocca con la linea della melodia. Brownie, che è in ottima forma, entra con George Morrow e con Max, divagando dietro di lui per due ritornelli, prima che Richie si unisca. Sonny raccoglie la linea di Brownie e "passeggia" con lui allo stesso modo. Entrambi i sassofonisti sono in una fase di sperimentazione, e credo che qui raggiungano il più alto grado d’interiorità. Si può quindi sostenere che Richie trova una vena d’argento, Max estrae la gemma Roach e porta il brano sino alla conclusione.

¾ Ira Gitler

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